Franco Sale, cultore delle tradizioni popolari sarde, mamuthone e scultore di maschere, è l’autore di questa “memoria”, scritta tra il febbraio 1997 e l’ottobre 2004, e il depositario consapevole dell’antichissima eredità dei riti del carnevale di Mamojada (Nuoro, Sardegna). Questa consapevolezza è anche la consapevolezza del pericolo dell’adulterazione – dovute alla svalutazione turistica dei contenuti e degli oggetti del rito, allo zelo eccessivo delle associazioni folcloriche, alla negligenza delle amministrazioni, alla scomparsa dei momenti e degli attori della trasmissione orale – che minaccia i riti del carnevale di Mamojada. In questa testimonianza, pubblicata in due parti su questo numero e sul prossimo numero di Antropologia e teatro, Sale ci racconta luoghi e costumi, tracciando una panoramica storica, tra influenze e tentativi di repressione da parte del potere religioso, fino alla faticosa tradizione attuale, protetta “gelosamente” da pochi e restituita alla gente ogni anno con passione e orgoglio, come per una missione. Sale descrive poi l’organizzazione della performance, il ruolo, la vestizione e l’azione dei mamuthones e degli issohadores, i protagonisti del carnevale mamojadino, soffermandosi su elementi di profondo interesse antropologico, come l’uso e il senso dell’indumento femminile indossato dai performer e il vero punto di inizio dell’azione processionale. Il valore di questa testimonianza è dato dalle accurate argomentazioni autobiografiche dell’autore, che ha vissuto in questo mondo fin da bambino e che di esso ci trasmette le sensazioni, attraverso passaggi preziosi in cui rivela l’impressione di un tempo altro nella cornice del carnevale, evocata delle greggi silenziose, perché private dei campanacci, usati dai mamuthones, e l’impatto emozionale della maschera e del rito.
Storia, analisi e valutazioni sui mamuthones di Franco Sale
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